Ambiente, uomo e salute. Nuovi dati sull’inquinamento “Killer”, pericolo confermato
Le maggiori testate giornalistiche italiane stanno finalmente parlando apertamente di un problema nazionale ormai ben noto, ma nel tempo troppo spesso trascurato o trattato superficialmente. Parliamo dell’inquinamento massiccio che in alcune – ormai tristemente famose – zone italiane, ha irrimediabilmente rovinato lo stato di salute e la vivibilità della popolazione locale. Parliamo di Taranto e della “Terra dei Fuochi“. Territori italiani in cui la gestione folle della tematica “ambiente” (o meglio, la completa indifferenza alle questioni ambientali) ha creato zone “killer” per la salute umana.
I dati parlano chiaro e finalmente sono stati messi nero su bianco: il tasso di mortalità, in queste zone, è aumentata fino al 13% mentre a Taranto si calcola un +21% di decessi infantili rispetto alla media regionale. Dati terrificanti che devono far riflettere. Parliamo di linfomi, leucemie, tumori al fegato, al pancreas, al polmone, al rene e ancora una lunga serie di altre neoplasie maligne. In queste zone d’Italia i ricoveri ospedalieri per queste patologie sono in preoccupante eccesso.
Taranto e la Provincia di Napoli e Caserta, una lista di comuni molto lunga – oltre 50 – su cui si sono basati numerosi studi e da cui emergono numeri veramente allarmanti. I dati più recenti sono solo la conferma di studi fatti anche in passato, ma mai validati in modo chiaro. Di recente è l’Istituto superiore di sanità (Iss) a tirare finalmente le somme su quanto sta accadendo alla salute di migliaia di individui nella Terra dei Fuochi e nelle zone circostanti l’Ilva di Taranto. Dall’aggiornamento dello studio epidemiologico «Sentieri» pubblicato dall’Istituto superiore di sanità emergono dati allarmanti. E’ stato individuato un determinato gruppo di malattie per le quali sussiste un eccesso di rischio per tutti e tre gli indicatori utilizzati (mortalità, ricoveri, incidenza di cancro). I dati parlano chiaro e sono molto precisi: tra uomini e donne, c’è una fortissima incidenza di malattie mortali quali ad esempio i tumori al fegato, al pancreas, all’esofago, alla vescica.
Il tumore della mammella, ad esempio, è in eccesso in tutti e tre gli indicatori. In forte aumento anche l’incidenza del linfoma non-Hodgkin, un cancro al sangue molto spesso determinato dai veleni respirati in ambienti di lavoro malsani o dalle sostanze rilasciate nell’ecosistema dai rifiuti tossici e radioattivi. Sono in drastico aumento anche le malattie legate all’apparato respiratorio. Dati che spaventano.
Si legge ancora “Lo studio conferma le criticità del profilo sanitario della popolazione di Taranto emerse in precedenti indagini – scrive l’Iss – Le analisi effettuate utilizzando i tre indicatori sanitari sono coerenti nel segnalare eccessi di rischio per le patologie per le quali è verosimile presupporre un contributo eziologico delle contaminazioni ambientali che caratterizzano l’area in esame, come causa o concausa, quali: tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, malattie respiratorie acute, malattie respiratorie croniche”.
Purtroppo i dati più allarmanti riguardano le fasce d’età più giovani. Sempre più frequente trovare bambini ed adolescenti con gravi patologie o neonati che nascono già con gravi disfunzioni. «Nella provincia di Napoli – spiega il rapporto Sentieri – si è osservato un eccesso di incidenza per tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita e nelle classi d’età 0-14».
Cosa dicono gli esperti?
Molti sono gli interventi e l’indignazione di specialisti ed esperti di settore. «Non mi meraviglierei, però, di un’incidenza elevata di malattie dell’apparato respiratorio (anche croniche), di manifestazioni allergiche, di patologie autoimmuni», commenta Armando Santoro, direttore del Cancer center dell’Humanitas di Rozzano. Aggiunge: «Tutto ciò è inaccettabile, la popolazione ha diritto di vivere in un ambiente ecologicamente salutare, mentre in quell’area non si sa nemmeno che cosa hanno scaricato. È urgente un’operazione di bonifica».
Servono nuovi stili di vita per un sano rapporto con l’ambiente
Il problema ambientale è ormai planetario. Oggi le zone a rischio si limitano a una piccola percentuale del territorio italiano, ma sono sempre più frequenti le notizie di scandali ambientali, ecomafie, aziende che – da Nord a Sud – non trattano come dovrebbero i rifiuti tossici, danneggiando inevitabilmente aria, acqua e terra delle zone in cui sorgono. Ecosistemi irrimediabilmente intaccati che producono effetti a catena devastanti. E chissà quanti altri scempi sono ancora latenti, non smascherati. Per quanto negli ultimi anni la questione ambientale sia finita più volte sotto i riflettori, anche a livello internazionale, devono tempestivamente attivarsi ed agire incisivamente tutti i governi mondiali. Le risposte attualmente sono ancora deboli, almeno per quanto riguarda lo stato italiano.
In attesa, dunque, di un programma nazionale di bonifica serio e di interventi massicci su queste zone, è giusto documentarsi e prendere coscienza che la questione ambientale ci riguarda tutti da vicino ed indistintamente.
4/7/2014
A.Izzo
Approfondimenti e fonti Studio
Studio Sentieri Terra dei fuochi e Taranto, risultati dello studio Sentieri
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