IL Tarassaco ( Taraxacum officinale)
E’ una pianta appartenete alla famiglia delle Asteracee.
Con le sue proprietà depurative e antinfiammatorie, è un ottimo alleato nella cura delle malattie legate al fegato
Il tarassaco conosciuto anche come dente di leone, soffione e piscialletto, è un’erba perenne e spontanea comune nei nostri prati
Cenni storici
L´uso terapeutico di questa pianta non era conosciuto nell’antichità. Nel Medioevo, secondo la Teoria delle Segnature, avendo il fiore giallo come la bile gialla (teoria degli umori della Scuola Medica Salernitana), si iniziò a usare come rimedio del fegato. E come spesso accade evidenze scientifiche hanno confermato questa teoria.
Nel 1546 il naturalista Bock attribuì al tarassaco un potere diuretico, mentre un farmacista tedesco del XVI secolo attribuì alla pianta virtù vulnerarie (vale a dire capaci di curare rapidamente le ferite).
Il tarassaco è utilizzato nella Medicina Tradizionale Cinese come depurativo in grado di purificare il Calore, eliminare le tossine e dissipare i noduli, con tropismo epatico (epatiti) e gastrico.
Un detto francese afferma che il tarassaco “purifica il filtro renale e asciuga la spugna epatica”.
L’habitat del tarassaco
Diffuso in tutta Italia, cresce dalla pianura alla zona alpina fino oltre i 2000 metri, si trova nei prati, ai margini delle strade e nei luoghi incolti.
Descrizione della pianta
Pianta erbacea perenne, di altezza compresa tra i 3–9 cm. Presenta una grossa radice a fittone dalla quale si sviluppa, a livello del suolo, una rosetta basale di foglie munite di gambi corti e sotterranei.
Le foglie sono semplici, oblunghe, lanceolate e lobate, con margine dentato prive di stipole. Il gambo, che si evolve in seguito dalle foglie, è uno scapo cavo, glabro e lattiginoso, portante all’apice un’infiorescenza giallo-dorata, detta capolino.
Il capolino è formato da due file di brattee membranose, piegate all’indietro e con funzione di calice, racchiudenti il ricettacolo, sul quale sono inseriti centinaia di fiorellini, detti flosculi.
I frutti sono acheni, provvisti del caratteristico pappo: un ciuffo di peli bianchi, originatosi dal calice modificato, che, agendo come un paracadute, agevola col vento la dispersione del seme, quando questo si stacca dal capolino.
Proprietà del tarassaco
La radice del tarassaco possiede proprietà depurative, in quanto stimola la funzionalità biliare, epatica e renale, cioè attiva gli organi emuntori (fegato reni pelle) adibiti alla trasformazione delle tossine, nella forma più adatta alla loro eliminazione (feci, urina, sudore). I principali componenti del suo fitocomplesso sono alcoli triterpenici (tarasserolo); steroli; vitamine (A,B,C,D); inulina, principi amari (tarassacina), sali minerali che conferiscono alla pianta proprietà amaro-toniche e digestive.
Queste sostanze anche proprietà purificanti, antinfiammatorie e disintossicanti nei confronti del fegato: favoriscono l’eliminazione delle scorie (zuccheri, trigliceridi, colesterolo e acidi urici) rendendo il tarassaco una pianta epatoprotettiva, indicata in caso di insufficienza epatica, itterizia e calcoli biliari.
Stimola, inoltre, le secrezioni di tutte le ghiandole dell’apparato gastroenterico (saliva, succhi gastrici, pancreatici, intestinali) e la muscolatura dell’apparato digerente producendo un’azione lassativa secondaria.
Nella tradizione contadina il tarassaco è anche conosciuto come “piscialetto”, appellativo che suggerisce le proprietà diuretiche della droga. Di tali proprietà sono responsabili i flavonoidi e in parte i sali di potassio, che stimolano la diuresi favorendo l’eliminazione dei liquidi in eccesso. La sua assunzione è perciò indicata in caso di ritenzione idrica, cellulite e ipertensione.
Infine il tarassaco è in grado di riattivare la funzione immunologica e potenziare la risposta immunitaria del sistema linfatico. L’ossido nitrico (NO), in esso contenuto, è implicato nei processi di regolazione e difesa del sistema immunitario: agisce infatti come un messaggero intracellulare stimolando l’attività fagocitaria delle cellule.
Modalità d’uso
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Estratto secco (500-750 mg) in capsule o compresse somministrate 2 volte al giorno lontano dai pasti
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Tintura madre di tarassaco, 50 gocce in poca acqua tre volte al giorno prima o lontano dai pasti.
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Tisana: 1- 2 cucchiaini per tazza da assumere mattino e sera
Controindicazioni
Il tarassaco è controindicato in caso di gastrite, ulcera e calcolosi biliare, poiché potrebbe esserne sollecitata la motilità. Si sono registrate interazioni con alcuno farmaci come i diuretici.
Il Tarassaco può avere alcuni effetti collaterali e presentare fenomeni di ipotensione in soggetti predisposti. Può interagire con i FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei), chi è sottoposto a questo tipo di terapia consulti sempre in ogni caso il proprio medico prima di qualsiasi altra integrazione.